martedì 10 marzo 2009

COMUNICATO STAMPA DE LA DESTRA GORGONZOLA CIRCA LA MOZIONE PRESENTATA DALL'OPPOSIZIONE IN C.C. IL 04/03/2009 (ALLEGATA IN FONDO)


“Leggo la mozione contro l’ordine del Tricolore presentata in C.C. dai Consiglieri di opposizione, non voglio entrare nel merito (sarebbe troppo scontato il mio pensiero) per evitare di aggiungere un ingrediente a quella che secondo me altro non è che una miscela (incendiaria) di luoghi comuni e demagogia. Di positivo ci leggo che ormai l’opposizione non ha più argomenti a cui aggrapparsi se non andarli a cercare nei cassetti della storia. Sarebbero stati votati per amministrare Gorgonzola non per aiutare la Camera dei Deputati a fare il proprio lavoro. Di questo problema possono anche non preoccuparsi ci penserà Fini, nuovo guru dell’antifascismo militante, a perorare la loro causa”. E’ quanto dichiara Vito De Santis Dirigente Provinciale de LA DESTRA. – FINE DISPACCIO

La Destra
Gorgonzola


MOZIONE PRESENTATA IN CONSIGLIO

Insieme per Gorgonzola ha presentato, congiuntamente ai gruppi consiliari del Pd e della Lista Città Amica, nel Consiglio comunale del 4 marzo, una mozione contro l'Ordine del Tricolore, una nuova onorificenza che equipara partigiani e aderenti alla Repubblica di Salò. La mozione non è stata votata perché la maggioranza ha abbandonato l'aula, essendo divisa al proprio interno sulla posizione da assumere.
Di seguito il testo.
Si è aperta alla Camera dei Deputati la discussione sul disegno di legge n. 1360. Esso pretende di equiparare partigiani, militari e deportati ai repubblichini di Salò, a proposito dell'assegnazione di un istituendo Ordine del Tricolore.
La relazione che accompagna il disegno di legge sostiene "la pari dignltà dl una partecipazione al conflitto di molti combattenti, giovani e meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e imperiale del ventennio, che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime ferito e languente".
Le forze politiche, sociali, culturali che si richiamano all'antifascismo ed ai valori della Resistenza sanciti nella Costituzione della Repubblica non possono che respingere il disegno dl legge attualmente in discussione nella Commissione Difesa della Camera col quale si ignora la realtà storica e ci si dimentica che la Repubblica di Salò appoggiò con la sua azione la causa del nazismo contro la quale combatterono le forze armate italiane e i partigiani. Anche l'argomento della pacificazlone nazionale fra i combattenti di tutte le guerre, è un dato dl fatto che risale al primi giorni della Repubblica democratica, quando li Ministro della Giustizia on. Togliatti proclamò l'amnistia per tutti. Infine non possiamo non evidenziare come questo disegno di legge sia in contrasto anche con le recenti dichiarazioni del Presidente della Camera on. Gianfranco Flni; anche quest'ultimo è ormai approdato all'idea che l'antifascismo è un requisito essenziale alla democrazia repubblicana.
Condividiamo le considerazioni dl Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, che afferma:
"C'è una particolare ostinazione nel voler riproporre ciò che è stato presentato poco tempo addietro, cioè una onorificenza intitolata al Tricolore che ii Presidente delle Repubblica dovrebbe assegnare a tutti coloro che hanno combattuto nel periodo triste e buio della nostra storia, in particolare, dopo l'8 settembre, che fu data di grandissima sofferenza, ma rimane anche segnale dl ribellione e resurrezione. Con decisione inaccettabile si dovrebbero insignire dl queste onorificenze coloro che in qualsiasi modo, sparando da qualsiasi parte, hanno combattuto dopo l'8 settembre. Sarebbe come se, quando ai combattenti della prima guerra mondiale venne assegnato il cavalierato dl Vittorio Veneto, esso fosse stato conferito anche ai combattenti dell'impero austro-ungarico. Quando una decisione parte da una errata valutazione della verità storica, non può che generare falsità ed imbroglio. Il richiamo che ognuno di noi ha il dovere dl fare è di rispettare le sofferenze dl tutti, mai di confondere chi per la libertà ha combattuto e ha dato la vita, con chi si è schierato per la dittatura e il tedesco invasore, anche se soggettivamente in buona fede".
Invitiamo tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale a sostenere le motivazioni, le ragioni morali e storiche dell'opposizione alla parificazione dei "repubblichini di Salò" con i partigiani e i deportati ed invitiamo il sindaco ad inviare un telegramma al Presidente del Consiglio per esprimere questa nostra opposizione.

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