di Francesco Storace
Sono anni, ormai, che Berlusconi e Fini litigano in autunno e fanno pace a primavera.E l’argomento rischia di essere noioso – lo so – ma in fondo è tale perché uno fa il presidente del Consiglio e l’altro il presidente della Camera. Come fa uno che segue la politica a non occuparsene?
Come tutti sappiamo, ieri Vittorio Feltri ha sferrato un attacco come si deve – quelli che sa fare lui - a tutta pagina contro Gianfranco Fini. Gli ha scritto che non è di destra. Mi meravigliano le nove colonne: in fondo, che Fini punti altrove lo si sa da tempo. E’ stato lui, del resto, a dire all’ultimo congresso di Alleanza nazionale che il Pdl non deve essere la destra italiana. Rispondeva a La Russa che aveva detto il contrario.Dunque, c’è solo da chiedersi il perché di un attacco così virulento proprio adesso.
Ovviamente Berlusconi dice che con Feltri non c’entra nulla. Feltri dice – e sicuramente è vero – che lui non prende ordini da nessuno. Fatto sta che l’attacco c’è stato. Qualcuno degli ex-esponenti di An (che brutta espressione…) difende Fini, molti hanno taciuto, la realtà è che la manovra è la solita. Ridurre le pretese in autunno, saldare il conto a primavera e fare pace sull’altare delle regionali.A meno che Berlusconi non intenda saldare il conto in un’altra maniera, mettendo il presidente della Camera in condizione di non nuocere. A breve scadenza è sufficiente candidare quelli che stavano in An alle regionali senza passare per Fini: la moneta la do io, chi passa per Monte Citorio si tolga dalla testa ogni velleità.Più probabilmente, invece, si tratta solo di segnali: ti accontento in una o due Regioni, il resto è roba mia e della Lega. E se ci scappa qualcosa per Casini lo decido io e non lo decidi tu.La controprova la avremo al prossimo editoriale di Feltri che festeggerà la ritrovata armonia nel Pdl. Accetto scommesse.
Come tutti sappiamo, ieri Vittorio Feltri ha sferrato un attacco come si deve – quelli che sa fare lui - a tutta pagina contro Gianfranco Fini. Gli ha scritto che non è di destra. Mi meravigliano le nove colonne: in fondo, che Fini punti altrove lo si sa da tempo. E’ stato lui, del resto, a dire all’ultimo congresso di Alleanza nazionale che il Pdl non deve essere la destra italiana. Rispondeva a La Russa che aveva detto il contrario.Dunque, c’è solo da chiedersi il perché di un attacco così virulento proprio adesso.
Ovviamente Berlusconi dice che con Feltri non c’entra nulla. Feltri dice – e sicuramente è vero – che lui non prende ordini da nessuno. Fatto sta che l’attacco c’è stato. Qualcuno degli ex-esponenti di An (che brutta espressione…) difende Fini, molti hanno taciuto, la realtà è che la manovra è la solita. Ridurre le pretese in autunno, saldare il conto a primavera e fare pace sull’altare delle regionali.A meno che Berlusconi non intenda saldare il conto in un’altra maniera, mettendo il presidente della Camera in condizione di non nuocere. A breve scadenza è sufficiente candidare quelli che stavano in An alle regionali senza passare per Fini: la moneta la do io, chi passa per Monte Citorio si tolga dalla testa ogni velleità.Più probabilmente, invece, si tratta solo di segnali: ti accontento in una o due Regioni, il resto è roba mia e della Lega. E se ci scappa qualcosa per Casini lo decido io e non lo decidi tu.La controprova la avremo al prossimo editoriale di Feltri che festeggerà la ritrovata armonia nel Pdl. Accetto scommesse.