mercoledì 30 giugno 2010

BRUTTO SPETTACOLO


Di Francesco Storace
E’ davvero brutto lo spettacolo che sta offrendo di questi tempi il partito di Berlusconi.
E ci chiediamo se lo è ancora.
La condanna di Marcello Dell’Utri ne è solo l’ultimo esempio, dopo i casi Scajola e Brancher.
Sembra che ci sia una singolare attitudine a farsi del male.
Per sofferenza personale non sono portato a prendere per oro colato le sentenze della magistratura, anche se vanno comunque rispettate e se del caso contrastate fino all’ultimo grado di giudizio. Sulla sentenza Dell’Utri pesa una sostanziale ambiguità: non era in rapporti con la mafia quando e’ entrato in politica; lo era – dicono i giudici – prima di entrarci.La strada della giustizia è lunga e vedremo che cosa riserverà la Cassazione. Certo, disturbano alcuni atteggiamenti.
L’insistenza sull’ “eroismo” di Vittorio Mangano non fa bene alle tesi del senatore del Pdl;
ma l’accanimento interno al suo partito fa schifo.
Il solito Granata si è distinto nell’attaccare con durezza Marcello Dell’Utri. Non è arrivato ad augurargli la galera come fece Alessandra Mussolini con me, ma gliene ha cantate quattro. E’ lo stesso Granata colto da mutismo il giorno prima quando ad essere condannato per mafia è stato Totò Cuffaro, di cui fu felicemente assessore.
Ma è Berlusconi che si deve dare una regolata: troppa gente sta in posti che non merita di occupare. E si rischia di far tornare a respirare una sinistra che è a pezzi. Sembra di assistere al tutti contro tutti. E questo non fa bene al Paese. E a noi non piace affatto.
Se ne liberi al più presto, a costo di portare il Paese ad elezioni.

sabato 26 giugno 2010

LA PADANIA NON ESISTE




Non avrei mai creduto che un giorno, dopo quel 24 novembre 2003, avrei potuto mutuare delle frasi di Fini per esprimere un concetto in cui credo e mi riconosco.

Prima che qualcuno speculi su questa mia presa di posizione chiariamo un concetto basilare:

Io sono de LA DESTRA, non mi riconosco nel percorso politico di Fini, che man mano ha abdigato a tutte le ragioni ideali che furono ragione del suo successo.

La scelta la ho fatta quel 27 luglio del 2007 e, difficilmente, torno sui miei passi quando credo di aver fatto la cosa giusta.

Con questo i miei "colleghi" di Partito possono tranquillizzarsi.

Ma non ho il prosciutto sugli occhi e, come spesso ho detto e ripeto, sono pronto a guardarmi intorno a 360° quando si tratta di combattere singole battaglie di civiltà e questa, per me, è la madre di tutte le battaglie.

Ecco la lettera di Fini:

“La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale.Sbaglia chi dice che se non esiste la Padania non esiste la questione meridionale. I problemi del Sud esistono da ben prima che venisse formulata per la prima volta, nel 1873, la nozione di “questione meridionale”. Così come nessuno può negare l’esistenza di una “questione settentrionale”. Sono questioni che vanno inserite in un discorso più ampio: il futuro dell’Italia. Non si può dire che è “Padania” quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono “padani”. Sono pronto a scommettere.Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde.Allo stesso tempo, non possiamo nemmeno eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord. Se sul versante della Legalità il Governo sta facendo tanto, ma si tratta di una battaglia appena iniziata, sul secondo versante dobbiamo fare molto di più, soprattutto se vogliamo rendere maggiormente produttiva anche l’altra metà del Paese, magari – perché no – ai livelli del lombardo-veneto. È in fondo questa la sfida che dobbiamo accettare. Nell’interesse dell’Italia.Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio.”
Concludo con un richiamo a tutti gli elettori, gli iscritti, i simpatizzanti ed i dirigenti de LA DESTRA:

Rinforziamo la nostra presenza al Nord. Accettiamo la sfida, insieme a tutti gli amici e i camerati che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza a una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, semplicemente affascinante.
Vito De Santis

sabato 5 giugno 2010

E LA SICUREZZA?


Solo per ricordare all' amministrazione comunale che all' ingresso della COOP di P.zza Europa, nella stazione MM e nel mercato del Lunedì in viale Kennedy, i ROM ci sono ancora.
Fanno accattonaggio, borseggiano e, peggio, creano insicurezza nei cittadini.
lo abbiamo già detto in passato:
SICUREZZA = LIBERTA'
Si accantonino le questioni delle poltrone, la si smetta di "sognare" il C6 e si proceda con la definitiva cacciata di queste persone.
Senza se e senza ma.
Vito De Santis