mercoledì 11 agosto 2010

PENSIERO PER L' ESTATE


Sono arrivate le tanto agognate ferie, si parte per il mare e per il relax. Si chiudono agende, P.C. e altre diavolerie informatiche che ci tengono per tutto l’ anno schiavi delle ore e dei minuti, sempre contati a priori.

Anche la politica chiude i battenti, salvo preparare l’ autunno che verrà.

E già… è l’ autunno che verrà la vera incognita della politica italiana di questi giorni: cadrà il Governo? Si andrà alle elezioni? Governo di transizione? In queste ore, sembra, che la Lega voglia richiamare tutti alle urne per proseguire, dopo, il cammino delle riforme. Tutto ciò mi ricorda tanto la scarpa di Achille Lauro.

Quello che segue è il mio personalissimo pensiero, se qualcun altro si dovesse sentire offeso per via di queste righe, niente da fare, perché chi parla è la voce della mia coscienza. Roba mia personale, affari interni miei.

Quindi: ognuno per se e Dio per tutti.

Lascio questo anno di politica, soprattutto questi ultimi mesi di politica, con l’ amaro in bocca, lo spettacolo che mette in scena la “classe dirigente” italiana è, a dir poco, stucchevole e ripetitivo.

Non è la prima volta che un quotidiano nazionale, LA REPUBBLICA ai tempi dei famigerati festini a base di escort a Palazzo Grazioli, IL GIORNALE e LIBERO con le case monegasche del “cognato” del Presidente della Camera, impone il copione che dovrà inscenare il dibattito politico. Non è la prima volta, dunque, che per questioni lontane anni luce dai veri problemi dei cittadini italiani si mettono a rischio Governi e Maggioranze legittimate dal voto popolare a portare avanti il programma elettorale in funzione del quale hanno avuto consenso. Campagne di macelleria mediatica che, spesso e volentieri, coinvolgono, oltre ai diretti interessati, anche le loro famiglie, i loro affetti. Un po’ come la mafia che uccideva i figli dei pentiti.

Intanto per settembre e per chi volesse interessarsene ci sarebbe da considerare che:

1) I posti di lavoro si perdono giornalmente anche nel ricco nord-ovest, dove le stime rivelano una pericolosa discesa dei consumi, sintomo di aumento delle condizioni di indigenza delle famiglie;
2) Le banche nicchiano a concedere credito alle imprese che tentano di risalire la china, venendo meno alle loro prerogative di sostegno valido e funzionale alla crescita economica, altrimenti mi chiedo a che cosa servano;
3) Interi quartieri di città come Milano, sono in mano ad extracomunitari che commettono crimini e micro-crimini giornalmente;
4) L’ Italia deve fare sua una politica sulle case che permetta a tutti i cittadini di entrare in possesso di una casa di proprietà;
5) Al Sud non si vedono iniziative tese a sfasciare una volta e per tutte la criminalità organizzata (malgrado i risultati del Governo di cui, onestamente, occorre prendere atto), e non si vedono neanche iniziative tese a defenestrare per sempre una classe politica sempre meno attenta ai bisogni dei cittadini e sempre più avvezza a flirtare con le mafie locali, che si fa sfuggire di mano 44 miliardi di € stanziati dalla UE per le aree disagiate;
6) Esiste un’ autostrada (A3 Salerno – Reggio Calabria), non sembra giunta l’ ora di completarla?
7) Milano e i suoi pendolari viaggiano, per recarsi a lavoro, su treni fatiscenti e costantemente in ritardo, tutti sono sempre più costretti ad utilizzare l’ auto per andare a lavoro, con tutte le conseguenze su clima e ambiente che continuano a registrarsi quotidianamente;

La lista è lunga ma la classe dirigente dibatte altre questioni, ho ragione ad indignarmi?

L’ indignazione, è il metro per valutare ciò che succede in questi giorni.

Sono indignato per la fine poco onorevole che ho visto fare al mio vecchio Partito (AN), un tutti contro tutti massacrante che mai avrei immaginato di vedere neanche quando, tre anni fa, decisi di aderire a LA DESTRA, avendo previsto l’ epilogo della nuova “politica” di Fini.
Oggi più che mai chi è di DESTRA è chiamato a giudicare la progressiva abdicazione alle idee, all’ identità, alle radici, di DESTRA che ha posto in essere Fini, non il prezzo al quale ha venduto un bene di AN ai tempi nei quali, evidentemente senza controlli superiori (perché adesso nessuno sa niente), era legittimato ed aveva il potere per farlo. Che poi ci sia andato a vivere il “cognato” amplifica sicuramente la sensazione di distacco di Fini da chi gli ha permesso di essere la terza carica dello Stato.

Ma non è questo il punto.

Il punto è che buona parte della DESTRA italiana (evidentemente quella parte che non fa politica per professione – che poi è la maggioranza), sino ad oggi ha continuato a riconoscersi in Fini, la sua uscita di scena (perché quello è il destino) renderà gli italiani di DESTRA orfani di punti di riferimento, perché, diciamocelo francamente, uno di DESTRA non può sentirsi rappresentato da Cicchitto, Capezzone e Bondi (con tutto il rispetto che gli si può tributare). Con loro si può convivere per condurre la “buona battaglia” ma non si può pretendere che diventino punto di riferimento per chi non intende ammainare la bandiera di DESTRA.



Chi raccoglierà il testimone? LA DESTRA di Storace è pronta a farlo? Nel Lazio? In Campania? Ma in Lombardia?
A settembre valuterò anche questo….

Intanto il consiglio che mi sento di dare al mio Partito (da piccolo iscritto detronizzato) è quello di investire, oltre che in quattrini, anche e soprattutto in materiale umano nel nord Italia ed in particolare in Lombardia e a Milano.
Le prime avvisaglie di riorganizzazione in questa martoriata Regione lasciano parecchio a desiderare.
Mi auguro che, dopo una pausa rigenerante, possa esserci un cambio di rotta che induca tutti a fare un passo indietro e qualcuno a farne due.
Un gruppo dirigente che prende il posto di un altro gruppo dirigente con un colpo di stato, fatto mentre il “nemico” era “indisposto”, non può andare avanti a lungo.
Un gruppo dirigente che ha per collante l’ odio e la voglia di rivalsa contro questo e quell’ altro non può che generare frazioni e poi altre frazioni fino a scomparire per consunzione.
Un gruppo dirigente che predica la “riappacificazione” non può pretendere di rappresentare la Provincia di Milano e, forse, anche altre, prescindendo dai “dissidenti” e lasciando scoperte e in balìa della fame leghista intere fette di territorio: la Provincia di Milano non ha per confini Sesto San Giovanni, Brugherio, Bollate e Paderno e sedi distaccate nel legnanese…. Risulta un po’ più ampia.
Le elezioni regionali, forse pomo della discordia, sono passate, ma non è passata l’ indignazione verso chi, dopo aver mancato l’ obiettivo, ha cercato di scaricarne la colpa su colui a cui dovevano spiegazioni e dimissioni (un paradosso bello e buono), e adesso pretende la testa di chi ostinatamente ha preteso che il simbolo de LA DESTRA non sparisse definitivamente dal panorama politico Lombardo, chi non si è sentito di vanificare il lavoro di tanti militanti e camerati che per più di un mese si sono ridotti a mendicare anche una sola firma, di chi, unico, credeva che questo Partito avesse la potenzialità per raggiungere l’ obiettivo anche presentandosi in una sola Provincia (che poi era Milano), in fondo non è utopia o fantasia assoluta, anche considerando lo scenario mai visto dell’ alleanza con il PDL: basta pensare che con l’ affluenza che c’è stata, se avessimo riconfermato il numero di voti presi in Provincia di Milano alle politiche del 2008 avremmo raggiunto l’ 1,2% regionale.
Chi non ci credeva prima delle elezioni, ha confermato di non credere nelle potenzialità di questo Partito, mi chiedo come possa, oggi, pretendere di dirigerlo.
Insieme dobbiamo chiederci piuttosto: come mai non abbiamo raggiunto quel risultato? Cosa è mancato? Lascio a tutti voi di rifletterci. Io lo farò a settembre…
E non mi si tacci di disfattismo, altrimenti sarei stato zitto.

Infine per i cittadini di Gorgonzola.

Sono passati due anni di “governo” del centro-destra, dopo la vittoria storica del 2008 alla quale LA DESTRA, debuttante nel panorama politico gorgonzolese, ha contribuito ben oltre le mie aspettative.
I fatti salienti di questi due anni si contano sulle dita di una mano e, purtroppo, poco hanno a che vedere con le promesse ed il programma di quella spettacolare campagna elettorale che ci portò alla vittoria contro ogni pronostico:

1 - Chiusura e liquidazione del consorzio industriale: una grave mancanza di lungimiranza amministrativa posta in essere per rivalse contra-personam. E’ inspiegabile come, pochi mesi prima, si approvi un piano di risanamento che, se avesse dato frutti, poteva portare al territorio una bella fetta di nuovi posti di lavoro e di entrate, e solo pochi mesi dopo si decida per la messa in liquidazione, adducendo giustificazioni, a dir poco, scontate e offensive per l’ intelligenza della classe politica di Gorgonzola;
2 - Centro Sportivo: uno dei fiori all’ occhiello del programma “Gorgonzola a chi la ama” ancora non vede la luce, ed è inutile mandare escavatori a ripulire il tracciato se ancora non è chiaro cosa e chi dovrà realizzare il centro. Un’ opera di tale vasto impatto sociale e di tale elevato costo non può procedere navigando a vista. A settembre sarò felice di ricevere buone nuove;
3 - Rimpasto di Giunta: proprio nel momento in cui la cittadinanza soffriva la scelta dell’ amministrazione di aumentare le rette degli asili nido, senza curarsi del grave momento di crisi per le entrate delle famiglie, la politica da “salotto” inscenava una delle peggiori commedie da manuale Cencelli: la stabilità dell’ amministrazione tenuta in piedi da un ricatto, un futuro indubbiamente segnato da un precedente pericolosissimo;
4 - Aumento rette nidi e ICI sui terreni a nord della Metropolitana: il titolo si commenta da solo, il programma elettorale, però, non aveva sottotitoli o postille in minuscolo;


Intanto, per chi volesse interessarsene, lascio qualche pensiero:


1) Viale Kennedy, e altre Vie di Gorgonzola necessitano ancora dei "dissuasori di velocità" promessi nella prima o nella seconda seduta consiliare post-vittoria. Specie di questi tempi la via è utilizzata come pista di decollo, ma è un classico anche durante l'anno, peccato che in prossimità vi siano l' asilo nido e la scuola dell'infanzia, evitiamo di doverci rammaricare di non averlo fatto prima;
2) Probabilmente una riguardata alle regole sugli immobili in edilizia convenzionata, va data, i prezzi per il riscatto sono troppo elevati (in particolare per i secondi proprietari che, spesso, hanno acquistato la casa a prezzo di mercato e per rivenderla devono pagare pure), oltretutto le banche non concedono surroghe ai mutui in essere se non nei limiti dell' 80% del valore di convenzione (roba da far ridere i polli), si limita così un sacrosanto diritto (quello di cambiare banca) sancito dalla legge; Le prossime convenzioni sarà bene farle osservare pedissequamente da tutti;


Al rientro dalle ferie si tratteranno ancora queste questioni e si tratteranno tante altre questioni e proposte, perché non voglio fare la parte di chi critica soltanto, sempre con la premessa che si può essere alleati, leali ma servi mai.

Vito De Santis