lunedì 28 settembre 2009

NAZIONE E LAVORO


Di Francesco Storace



L’approvazione a larghissima maggioranza del bilancio del partito, della mia relazione politica e dell’organigramma ci consentono finalmente di aggiustare la mira e far partire un’offerta di politica seria al Paese. Lo stesso dissenso del 3 per cento dei componenti del comitato centrale è comunque positivo, perché segna una discussione che non ha avuto incertezze e una volontà comune di partecipare alla costruzione di un progetto politico utile all’Italia.
Il partito si riorganizza con una grande campagna per il tesseramento che avrà il suo inizio formale il 31 ottobre, con appuntamenti organizzati dalle federazioni in tutta Italia per incentivare le adesioni a La Destra. La tessera avrà validità biennale, il costo sarà di appena 20 euro, di cui 15 saranno trasferiti alla struttura territoriale. L’appello ai segreteri provinciali e regionali – che riunirò poi nella prima settimana di dicembre - è a concentrarsi in maniera decisa su questa scadenza: se ogni provincia riuscisse a iscrivere mille persone, raggiungeremmo l’obiettivo di centoventimila iscritti. Non è un traguardo impossibile, se si lavora con metodo. E ne raccoglieremmo i frutti a primavera con candidati, rappresentanti di lista e sottoscrittori per le firme che serviranno a presentarci alle regionali e alle amministrative.
Presentiamoci fin da ora ai cittadini come il partito della nazione e del lavoro, che abbiamo impresso nelle nuove tessere. E lo faremo, proprio il 31 ottobre, quando ricorderemo un grande pensatore come Beppe Niccolai di cui in quella giornata cadrà il ventennale della scomparsa.Saremo il partito dell’identità sociale, che delineeremo nei suoi contenuti il 7 e 8 novembre nella conferenza programmatica che terremo ad Orvieto, dove chiederemo a tutti un contributo di idee per realizzare il messaggio che una forza di destra deve saper lanciare all’Italia. C’è un mondo di idee antiche e nostre che è troppo sparpagliato: occorre che sia capace di unirsi verso l’avvenire e La Destra ambisce a diventarne la casa comune senza pregiudizi ma sapendo che la nostra politica deve essere proiettata in avanti e non indietro, per un’accorta politica di alleanze nell’Italia del voto utile….
Facciamolo conoscere questo partito che deve presentarsi fiero di sè alle regionali e alle amministrative: non devono fermarci né le difficoltà economiche né quelle rappresentate da odiosi sbarramenti. Anzi: nelle zone dove la partitocrazia imperante da una parte e dall’altra erige le barriere più elevate, maggiore impegno deve esserci per il proselitismo e il tesseramento. Questo sì dipende solo da noi ed è sufficiente a far capire a tutti la nostra forza.Entro luglio, con i nuovi iscritti avremo anche i segretari regionali eletti dalla base, un altro impegno che manteniamo come esempio di democrazia che con il tempo che scorre si afferma nella crescita del nostro movimento politico.
Ambiamo a diventare un punto di riferimento per tantissimi italiani che hanno perso la rappresentanza delle idee della destra e sono disponibili a guardare a noi solo se ci presentiamo all’uscio di casa con la pulizia che caratterizza i nostri uomini e le nostre donne, la nostra gioventù, la nostra militanza.Andiamo a proporre loro un patto per condurre insieme battaglie di rappresentanza e di denuncia sul senso dei valori dell’uomo, sulle questioni che riguardano il lavoro a partire dall’occupazione, dalle morti bianche, dal rapporto con le banche e con l’immigrazione. Spieghiamo a tutti che cosa vogliono dire signoraggio bancario come male assoluto e partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende come salvezza per la nostra economia.
Che vuole La Destra, vi chiederanno alla proposta di una tessera in cambio di 20 euro e gli risponderete che per noi il lavoro non è un costo di produzione, ma un bene sociale che deve affermare la dignità della persona; che lo Stato sociale serve a garantire pari opportunità per tutti a prescindere dal ceto sociale e che va sviluppato secondo meritocrazia; che la nostra identità nazionale nasce dal campanile, si sviluppa nel territorio, rigenera l’unità di un popolo; che il nemico è quel potere usurario utilizzato dal sistema finanziario e che l’alternativa si chiama funzione sociale del credito e della proprietà; che abbiamo un profondo senso dell’autonomia – che è libertà – in senso morale, culturale, politico, territoriale.
Questa è La Destra. Sta a noi spingerla verso la vittoria. E Nazione e Lavoro diventeranno un valore per un’intera comunità di buoni italiani.

venerdì 18 settembre 2009

martedì 8 settembre 2009

RIFARANNO PACE


di Francesco Storace


Sono anni, ormai, che Berlusconi e Fini litigano in autunno e fanno pace a primavera.E l’argomento rischia di essere noioso – lo so – ma in fondo è tale perché uno fa il presidente del Consiglio e l’altro il presidente della Camera. Come fa uno che segue la politica a non occuparsene?
Come tutti sappiamo, ieri Vittorio Feltri ha sferrato un attacco come si deve – quelli che sa fare lui - a tutta pagina contro Gianfranco Fini. Gli ha scritto che non è di destra. Mi meravigliano le nove colonne: in fondo, che Fini punti altrove lo si sa da tempo. E’ stato lui, del resto, a dire all’ultimo congresso di Alleanza nazionale che il Pdl non deve essere la destra italiana. Rispondeva a La Russa che aveva detto il contrario.Dunque, c’è solo da chiedersi il perché di un attacco così virulento proprio adesso.
Ovviamente Berlusconi dice che con Feltri non c’entra nulla. Feltri dice – e sicuramente è vero – che lui non prende ordini da nessuno. Fatto sta che l’attacco c’è stato. Qualcuno degli ex-esponenti di An (che brutta espressione…) difende Fini, molti hanno taciuto, la realtà è che la manovra è la solita. Ridurre le pretese in autunno, saldare il conto a primavera e fare pace sull’altare delle regionali.A meno che Berlusconi non intenda saldare il conto in un’altra maniera, mettendo il presidente della Camera in condizione di non nuocere. A breve scadenza è sufficiente candidare quelli che stavano in An alle regionali senza passare per Fini: la moneta la do io, chi passa per Monte Citorio si tolga dalla testa ogni velleità.Più probabilmente, invece, si tratta solo di segnali: ti accontento in una o due Regioni, il resto è roba mia e della Lega. E se ci scappa qualcosa per Casini lo decido io e non lo decidi tu.La controprova la avremo al prossimo editoriale di Feltri che festeggerà la ritrovata armonia nel Pdl. Accetto scommesse.