venerdì 10 settembre 2010

CRITICHE DA BAR E DA BLOG


Leggo di “critiche da bar e da blog”, ne parla il Sindaco dalle pagine del bimestrale del Comune, devo dire che non tutte le critiche restano circoscritte al bar e al blog, le nostre critiche infatti, a giudicare dai risultati (ricordate Mulino vecchio?), devono essere state abbastanza costruttive dal momento che l’ assessore Pauciullo si è affrettato (sempre dalle pagine del periodico del Comune) a stendere un trattato sulla temperatura dell’ asfalto senza, però, rispondere alla nostra segnalazione (non era una critica): intende o no installare i dissuasori di velocità (o passaggi pedonali rialzati) in Viale Kennedy? O aspetta che qualche pilota “della domenica” metta sotto qualche bambino che esce dall’ asilo?

In merito al “criticare tanto lavorare zero” devo ritenere che il Sindaco non facesse riferimento a LA DESTRA dacchè ci sembra persino superfluo ricordare le decine di volte in cui LA DESTRA (anche dalle pagine di questo giornale) ha teso la mano all’ amministrazione, reclamando maggior coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica e maggiore partecipazione alle decisioni importanti. Con un Comune più a destra oggi non ci sarebbero decine di mamme legittimamente angosciate dagli aumenti delle rette dei nidi e le casse dei nidi privati ancora rimpinguate dal contributo che il Comune continua a versare.

Le nostre critiche costruiscono non demoliscono, perché sono critiche fatte da chi ha come obiettivo primo quello di fortificare l’ amministrazione di centro-destra per far sì che duri ancora tanti e tanti anni alla guida di questo Comune.. Purtroppo oggi molti cittadini stanno esprimendo delle perplessità, spero non si intenda derubricare anche quelle a critiche da bar o da blog.

Sempre senza risposta il quesito sui prezzi di riscatto delle abitazioni di edilizia convenzionata, sempre aperti a suggerimenti e proposte in merito.


LA DESTRA GORGONZOLA

mercoledì 11 agosto 2010

PENSIERO PER L' ESTATE


Sono arrivate le tanto agognate ferie, si parte per il mare e per il relax. Si chiudono agende, P.C. e altre diavolerie informatiche che ci tengono per tutto l’ anno schiavi delle ore e dei minuti, sempre contati a priori.

Anche la politica chiude i battenti, salvo preparare l’ autunno che verrà.

E già… è l’ autunno che verrà la vera incognita della politica italiana di questi giorni: cadrà il Governo? Si andrà alle elezioni? Governo di transizione? In queste ore, sembra, che la Lega voglia richiamare tutti alle urne per proseguire, dopo, il cammino delle riforme. Tutto ciò mi ricorda tanto la scarpa di Achille Lauro.

Quello che segue è il mio personalissimo pensiero, se qualcun altro si dovesse sentire offeso per via di queste righe, niente da fare, perché chi parla è la voce della mia coscienza. Roba mia personale, affari interni miei.

Quindi: ognuno per se e Dio per tutti.

Lascio questo anno di politica, soprattutto questi ultimi mesi di politica, con l’ amaro in bocca, lo spettacolo che mette in scena la “classe dirigente” italiana è, a dir poco, stucchevole e ripetitivo.

Non è la prima volta che un quotidiano nazionale, LA REPUBBLICA ai tempi dei famigerati festini a base di escort a Palazzo Grazioli, IL GIORNALE e LIBERO con le case monegasche del “cognato” del Presidente della Camera, impone il copione che dovrà inscenare il dibattito politico. Non è la prima volta, dunque, che per questioni lontane anni luce dai veri problemi dei cittadini italiani si mettono a rischio Governi e Maggioranze legittimate dal voto popolare a portare avanti il programma elettorale in funzione del quale hanno avuto consenso. Campagne di macelleria mediatica che, spesso e volentieri, coinvolgono, oltre ai diretti interessati, anche le loro famiglie, i loro affetti. Un po’ come la mafia che uccideva i figli dei pentiti.

Intanto per settembre e per chi volesse interessarsene ci sarebbe da considerare che:

1) I posti di lavoro si perdono giornalmente anche nel ricco nord-ovest, dove le stime rivelano una pericolosa discesa dei consumi, sintomo di aumento delle condizioni di indigenza delle famiglie;
2) Le banche nicchiano a concedere credito alle imprese che tentano di risalire la china, venendo meno alle loro prerogative di sostegno valido e funzionale alla crescita economica, altrimenti mi chiedo a che cosa servano;
3) Interi quartieri di città come Milano, sono in mano ad extracomunitari che commettono crimini e micro-crimini giornalmente;
4) L’ Italia deve fare sua una politica sulle case che permetta a tutti i cittadini di entrare in possesso di una casa di proprietà;
5) Al Sud non si vedono iniziative tese a sfasciare una volta e per tutte la criminalità organizzata (malgrado i risultati del Governo di cui, onestamente, occorre prendere atto), e non si vedono neanche iniziative tese a defenestrare per sempre una classe politica sempre meno attenta ai bisogni dei cittadini e sempre più avvezza a flirtare con le mafie locali, che si fa sfuggire di mano 44 miliardi di € stanziati dalla UE per le aree disagiate;
6) Esiste un’ autostrada (A3 Salerno – Reggio Calabria), non sembra giunta l’ ora di completarla?
7) Milano e i suoi pendolari viaggiano, per recarsi a lavoro, su treni fatiscenti e costantemente in ritardo, tutti sono sempre più costretti ad utilizzare l’ auto per andare a lavoro, con tutte le conseguenze su clima e ambiente che continuano a registrarsi quotidianamente;

La lista è lunga ma la classe dirigente dibatte altre questioni, ho ragione ad indignarmi?

L’ indignazione, è il metro per valutare ciò che succede in questi giorni.

Sono indignato per la fine poco onorevole che ho visto fare al mio vecchio Partito (AN), un tutti contro tutti massacrante che mai avrei immaginato di vedere neanche quando, tre anni fa, decisi di aderire a LA DESTRA, avendo previsto l’ epilogo della nuova “politica” di Fini.
Oggi più che mai chi è di DESTRA è chiamato a giudicare la progressiva abdicazione alle idee, all’ identità, alle radici, di DESTRA che ha posto in essere Fini, non il prezzo al quale ha venduto un bene di AN ai tempi nei quali, evidentemente senza controlli superiori (perché adesso nessuno sa niente), era legittimato ed aveva il potere per farlo. Che poi ci sia andato a vivere il “cognato” amplifica sicuramente la sensazione di distacco di Fini da chi gli ha permesso di essere la terza carica dello Stato.

Ma non è questo il punto.

Il punto è che buona parte della DESTRA italiana (evidentemente quella parte che non fa politica per professione – che poi è la maggioranza), sino ad oggi ha continuato a riconoscersi in Fini, la sua uscita di scena (perché quello è il destino) renderà gli italiani di DESTRA orfani di punti di riferimento, perché, diciamocelo francamente, uno di DESTRA non può sentirsi rappresentato da Cicchitto, Capezzone e Bondi (con tutto il rispetto che gli si può tributare). Con loro si può convivere per condurre la “buona battaglia” ma non si può pretendere che diventino punto di riferimento per chi non intende ammainare la bandiera di DESTRA.



Chi raccoglierà il testimone? LA DESTRA di Storace è pronta a farlo? Nel Lazio? In Campania? Ma in Lombardia?
A settembre valuterò anche questo….

Intanto il consiglio che mi sento di dare al mio Partito (da piccolo iscritto detronizzato) è quello di investire, oltre che in quattrini, anche e soprattutto in materiale umano nel nord Italia ed in particolare in Lombardia e a Milano.
Le prime avvisaglie di riorganizzazione in questa martoriata Regione lasciano parecchio a desiderare.
Mi auguro che, dopo una pausa rigenerante, possa esserci un cambio di rotta che induca tutti a fare un passo indietro e qualcuno a farne due.
Un gruppo dirigente che prende il posto di un altro gruppo dirigente con un colpo di stato, fatto mentre il “nemico” era “indisposto”, non può andare avanti a lungo.
Un gruppo dirigente che ha per collante l’ odio e la voglia di rivalsa contro questo e quell’ altro non può che generare frazioni e poi altre frazioni fino a scomparire per consunzione.
Un gruppo dirigente che predica la “riappacificazione” non può pretendere di rappresentare la Provincia di Milano e, forse, anche altre, prescindendo dai “dissidenti” e lasciando scoperte e in balìa della fame leghista intere fette di territorio: la Provincia di Milano non ha per confini Sesto San Giovanni, Brugherio, Bollate e Paderno e sedi distaccate nel legnanese…. Risulta un po’ più ampia.
Le elezioni regionali, forse pomo della discordia, sono passate, ma non è passata l’ indignazione verso chi, dopo aver mancato l’ obiettivo, ha cercato di scaricarne la colpa su colui a cui dovevano spiegazioni e dimissioni (un paradosso bello e buono), e adesso pretende la testa di chi ostinatamente ha preteso che il simbolo de LA DESTRA non sparisse definitivamente dal panorama politico Lombardo, chi non si è sentito di vanificare il lavoro di tanti militanti e camerati che per più di un mese si sono ridotti a mendicare anche una sola firma, di chi, unico, credeva che questo Partito avesse la potenzialità per raggiungere l’ obiettivo anche presentandosi in una sola Provincia (che poi era Milano), in fondo non è utopia o fantasia assoluta, anche considerando lo scenario mai visto dell’ alleanza con il PDL: basta pensare che con l’ affluenza che c’è stata, se avessimo riconfermato il numero di voti presi in Provincia di Milano alle politiche del 2008 avremmo raggiunto l’ 1,2% regionale.
Chi non ci credeva prima delle elezioni, ha confermato di non credere nelle potenzialità di questo Partito, mi chiedo come possa, oggi, pretendere di dirigerlo.
Insieme dobbiamo chiederci piuttosto: come mai non abbiamo raggiunto quel risultato? Cosa è mancato? Lascio a tutti voi di rifletterci. Io lo farò a settembre…
E non mi si tacci di disfattismo, altrimenti sarei stato zitto.

Infine per i cittadini di Gorgonzola.

Sono passati due anni di “governo” del centro-destra, dopo la vittoria storica del 2008 alla quale LA DESTRA, debuttante nel panorama politico gorgonzolese, ha contribuito ben oltre le mie aspettative.
I fatti salienti di questi due anni si contano sulle dita di una mano e, purtroppo, poco hanno a che vedere con le promesse ed il programma di quella spettacolare campagna elettorale che ci portò alla vittoria contro ogni pronostico:

1 - Chiusura e liquidazione del consorzio industriale: una grave mancanza di lungimiranza amministrativa posta in essere per rivalse contra-personam. E’ inspiegabile come, pochi mesi prima, si approvi un piano di risanamento che, se avesse dato frutti, poteva portare al territorio una bella fetta di nuovi posti di lavoro e di entrate, e solo pochi mesi dopo si decida per la messa in liquidazione, adducendo giustificazioni, a dir poco, scontate e offensive per l’ intelligenza della classe politica di Gorgonzola;
2 - Centro Sportivo: uno dei fiori all’ occhiello del programma “Gorgonzola a chi la ama” ancora non vede la luce, ed è inutile mandare escavatori a ripulire il tracciato se ancora non è chiaro cosa e chi dovrà realizzare il centro. Un’ opera di tale vasto impatto sociale e di tale elevato costo non può procedere navigando a vista. A settembre sarò felice di ricevere buone nuove;
3 - Rimpasto di Giunta: proprio nel momento in cui la cittadinanza soffriva la scelta dell’ amministrazione di aumentare le rette degli asili nido, senza curarsi del grave momento di crisi per le entrate delle famiglie, la politica da “salotto” inscenava una delle peggiori commedie da manuale Cencelli: la stabilità dell’ amministrazione tenuta in piedi da un ricatto, un futuro indubbiamente segnato da un precedente pericolosissimo;
4 - Aumento rette nidi e ICI sui terreni a nord della Metropolitana: il titolo si commenta da solo, il programma elettorale, però, non aveva sottotitoli o postille in minuscolo;


Intanto, per chi volesse interessarsene, lascio qualche pensiero:


1) Viale Kennedy, e altre Vie di Gorgonzola necessitano ancora dei "dissuasori di velocità" promessi nella prima o nella seconda seduta consiliare post-vittoria. Specie di questi tempi la via è utilizzata come pista di decollo, ma è un classico anche durante l'anno, peccato che in prossimità vi siano l' asilo nido e la scuola dell'infanzia, evitiamo di doverci rammaricare di non averlo fatto prima;
2) Probabilmente una riguardata alle regole sugli immobili in edilizia convenzionata, va data, i prezzi per il riscatto sono troppo elevati (in particolare per i secondi proprietari che, spesso, hanno acquistato la casa a prezzo di mercato e per rivenderla devono pagare pure), oltretutto le banche non concedono surroghe ai mutui in essere se non nei limiti dell' 80% del valore di convenzione (roba da far ridere i polli), si limita così un sacrosanto diritto (quello di cambiare banca) sancito dalla legge; Le prossime convenzioni sarà bene farle osservare pedissequamente da tutti;


Al rientro dalle ferie si tratteranno ancora queste questioni e si tratteranno tante altre questioni e proposte, perché non voglio fare la parte di chi critica soltanto, sempre con la premessa che si può essere alleati, leali ma servi mai.

Vito De Santis

mercoledì 30 giugno 2010

BRUTTO SPETTACOLO


Di Francesco Storace
E’ davvero brutto lo spettacolo che sta offrendo di questi tempi il partito di Berlusconi.
E ci chiediamo se lo è ancora.
La condanna di Marcello Dell’Utri ne è solo l’ultimo esempio, dopo i casi Scajola e Brancher.
Sembra che ci sia una singolare attitudine a farsi del male.
Per sofferenza personale non sono portato a prendere per oro colato le sentenze della magistratura, anche se vanno comunque rispettate e se del caso contrastate fino all’ultimo grado di giudizio. Sulla sentenza Dell’Utri pesa una sostanziale ambiguità: non era in rapporti con la mafia quando e’ entrato in politica; lo era – dicono i giudici – prima di entrarci.La strada della giustizia è lunga e vedremo che cosa riserverà la Cassazione. Certo, disturbano alcuni atteggiamenti.
L’insistenza sull’ “eroismo” di Vittorio Mangano non fa bene alle tesi del senatore del Pdl;
ma l’accanimento interno al suo partito fa schifo.
Il solito Granata si è distinto nell’attaccare con durezza Marcello Dell’Utri. Non è arrivato ad augurargli la galera come fece Alessandra Mussolini con me, ma gliene ha cantate quattro. E’ lo stesso Granata colto da mutismo il giorno prima quando ad essere condannato per mafia è stato Totò Cuffaro, di cui fu felicemente assessore.
Ma è Berlusconi che si deve dare una regolata: troppa gente sta in posti che non merita di occupare. E si rischia di far tornare a respirare una sinistra che è a pezzi. Sembra di assistere al tutti contro tutti. E questo non fa bene al Paese. E a noi non piace affatto.
Se ne liberi al più presto, a costo di portare il Paese ad elezioni.

sabato 26 giugno 2010

LA PADANIA NON ESISTE




Non avrei mai creduto che un giorno, dopo quel 24 novembre 2003, avrei potuto mutuare delle frasi di Fini per esprimere un concetto in cui credo e mi riconosco.

Prima che qualcuno speculi su questa mia presa di posizione chiariamo un concetto basilare:

Io sono de LA DESTRA, non mi riconosco nel percorso politico di Fini, che man mano ha abdigato a tutte le ragioni ideali che furono ragione del suo successo.

La scelta la ho fatta quel 27 luglio del 2007 e, difficilmente, torno sui miei passi quando credo di aver fatto la cosa giusta.

Con questo i miei "colleghi" di Partito possono tranquillizzarsi.

Ma non ho il prosciutto sugli occhi e, come spesso ho detto e ripeto, sono pronto a guardarmi intorno a 360° quando si tratta di combattere singole battaglie di civiltà e questa, per me, è la madre di tutte le battaglie.

Ecco la lettera di Fini:

“La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale.Sbaglia chi dice che se non esiste la Padania non esiste la questione meridionale. I problemi del Sud esistono da ben prima che venisse formulata per la prima volta, nel 1873, la nozione di “questione meridionale”. Così come nessuno può negare l’esistenza di una “questione settentrionale”. Sono questioni che vanno inserite in un discorso più ampio: il futuro dell’Italia. Non si può dire che è “Padania” quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono “padani”. Sono pronto a scommettere.Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde.Allo stesso tempo, non possiamo nemmeno eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord. Se sul versante della Legalità il Governo sta facendo tanto, ma si tratta di una battaglia appena iniziata, sul secondo versante dobbiamo fare molto di più, soprattutto se vogliamo rendere maggiormente produttiva anche l’altra metà del Paese, magari – perché no – ai livelli del lombardo-veneto. È in fondo questa la sfida che dobbiamo accettare. Nell’interesse dell’Italia.Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio.”
Concludo con un richiamo a tutti gli elettori, gli iscritti, i simpatizzanti ed i dirigenti de LA DESTRA:

Rinforziamo la nostra presenza al Nord. Accettiamo la sfida, insieme a tutti gli amici e i camerati che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza a una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, semplicemente affascinante.
Vito De Santis

sabato 5 giugno 2010

E LA SICUREZZA?


Solo per ricordare all' amministrazione comunale che all' ingresso della COOP di P.zza Europa, nella stazione MM e nel mercato del Lunedì in viale Kennedy, i ROM ci sono ancora.
Fanno accattonaggio, borseggiano e, peggio, creano insicurezza nei cittadini.
lo abbiamo già detto in passato:
SICUREZZA = LIBERTA'
Si accantonino le questioni delle poltrone, la si smetta di "sognare" il C6 e si proceda con la definitiva cacciata di queste persone.
Senza se e senza ma.
Vito De Santis

lunedì 31 maggio 2010

ORA PARLA LA DESTRA


E' arrivato il momento.

Nei prossimi mesi organizzeremo una grande manifestazione in cui presenteremo LA DESTRA alla cittadinanza di Gorgonzola.

Siamo presenti da due anni e mezzo nel panorama politico di Gorgonzola, abbiamo affrontato le scorse elezioni comunali come novità assoluta.

Il giorno della presentazione delle liste in coalizione con il centro-destra (che solo con noi poteva fregiarsi del trattino tra centro e Destra, malgrado gli ostracismi con cui tentarono di fermarci) avevamo 10 giorni di vita in Gorgonzola, noi piccoli piccoli riuscimmo a sommuovere un onda di cittadini il giorno della venuta di Daniela Santanchè a Gorgonzola.Oggi dopo due anni e mezzo è giunta l' ora che la cittadinanza conosca la nostra offerta politica, noi siamo quelli che si sono opposti alla vendita del vecchio mulino con vittoria, noi siamo quelli che hanno criticato con fermezza gli aumenti sconsiderati dell' ICI nelle aree a nord della Metro, noi siamo quelli che abbia chiesto il conto per gli aumenti delle rette dei nidi, alleati ma non succubi, pronti a dire la nostra sempre.Una grande Destra moderna senza torcicolli ma nata nel rispetto e nella continuità degli ideali di cui andiamo fieri da almeno 60 anni, pronti a piegare con dignità ed orgoglio la camicia nera e a riporla nell' armadio della storia nella continuità dell' eredità che ci ha lasciato il nostro grande Segretario Giorgio Almirante che in questi giorni commemoriamo: non rinnegare non restaurare.Noi quelli che avevano diritto di essere interpellati prima di questo balletto di poltrone.Ma quanto fa male averlo letto, le scorse settimane sui giornali locali, accanto ad altri articoli che parlavano di cittadini che, legittimamente, protestavano contro lo spropositato aumento delle rette dei nidi;Quanto fa male leggerlo insieme alla ormai certezza che nemmeno questa Giunta riuscirà a realizzare un centro sportivo o un centro di svago, quale esso sia, per poter portare i nostri figli a divertirsi nel loro Paese.Notizie del genere insieme a notizie che dovrebbero richiamare la politica ai suoi doveri etici???E’ cinismo… senza alcuna fede, senza ideali la politica diventa cinismo….Cui prodest?Chi trarrà vantaggio da questo balletto?Di certo non Gorgonzola, di certo non la politica, che nessuno ha voluto interpellare in questa fase, di certo non i cittadini che da questa amministrazione si aspettavano una ventata di aria nuova, un cambiamento epocale come pure lo era stato la vittoria elettorale.Tutto questo segna un clamoroso vuoto di politica che va riempito. Tutto questo e’ anche figlio dei tempi, con un’opinione pubblica sempre piu’ disorientata, sbandata, senza punti di riferimento. La politica che manca va costruita con la pazienza necessaria. La Destra della Nazione e del Lavoro dovra’ caratterizzarsi su questo territorio come forza capace di catalizzare quanti non intendono ammainare la bandiera dell’identita’ nazionale, dei diritti sociali, dell’ etica, della meritocrazia come unico metro di misura per scegliere la classe dirigente… costi quel che costi anche nei rapporti con le altre forze politiche. Ormai, anche nelle coalizioni e nei partiti il conflitto non e’ piu’ uno scandalo…Tra qualche tempo partiremo con il lancio di una nuova politica sottoponendoci da subito a discussioni e nuove idee con un grande confronto popolare in tutta la Città. Saremo presenti anche alla prossima competizione amministrativa con nostricandidati anche alle massime cariche locali, disponibili, fin da ora se le mentalità cambieranno, a fare coalizione con il centrodestra, indisponibili a subire ulteriori ostracismi come quelli che ancora oggi registriamo.Ma non oggi.Oggi, sempre di più, questa maggioranza appare costruita ad arte su equilibri retti da una scientifica spartizione di potere e di sedie e non da un vero e proprio progetto per migliorare il futuro di Gorgonzola e per coinvolgere tutte le forze che le hanno dato vita, malgrado tutti i tentativi de LA DESTRA di riportare Sindaco e Giunta a più miti consigli e ad applicare il programma in funzione del quale hanno (abbiamo) ricevuto mandato dagli elettori.Si sappia una volta e per tutte che noi non chiediamo un posto da occupare, noi cerchiamo un posto dove vale la pena di stare.Rivolgo un accorato appello a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto e che oggi lo vedono sfumare, affinché possano unirsi a LA DESTRA e permetterci di diventare una grande forza politica, un grande movimento popolare, che sappia dare un segnale forte di unità di militanza e di interesse per la cosa pubblica.Chi ha avuto il suo momento di gloria ed è stato usato solo quando doveva portare voti alla causa, chi oggi non viene informato che dai giornali di questioni così importanti, di cambiamenti in Giunta, peraltro non condivisi, chi assiste allo sciupìo di una importante vittoria elettorale; ha il diritto di indignarsi?

Ecco, la capacita’ di indignarsi come motore di una presenza politica.

E vale soprattutto per le porcherie a cui assistiamo in questi giorni e che rischiano di assimilare tutti in un unico calderone. Non abbiamo rinunciato a una carriera politica più tranquilla per farci identificare uguali agli altri. E le alleanze non possono rappresentare un alibi per stare zitti. Chi ci vuole dovrà sopportarci.

Avanti, bandiere in testa, per affermare il diritto a una Destra che nessuno può cancellare

lunedì 17 maggio 2010

SILENZIO


Il silenzio.
Il silenzio che accompagna gli eroi.
Il silenzio che si deve a famiglie distrutte dal dolore.Il silenzio che accompagna le lacrime degli italiani dopo le chiacchiere di certa politica.
Il silenzio che fa riflettere sugli orrori di una missione nata per portare pace.
Oggi l’Italia intera piange due suoi figli.
Tranne qualche sconsiderato, tutti siamo stati scossi dalla strage, che ha colpito figli nostri. Servendo la Patria, hanno trovato la morte.
Noi siamo orgogliosi di loro, di gente che non aveva paura. E ci chiediamo se quel sacrificio sarà vano e se ce ne saranno ancora.Sappiamo qual è il pensiero comune, quanti sono i perché e ce li domandiamo anche noi.
Non si può disertare rispetto a obblighi internazionali. Ma si deve pretendere che da domani in poi i nostri militari non debbano più subire, se proprio devono restare in Afghanistan. Ammettere che è una guerra per la pace e in guerra si combatte per salvare la pelle e infliggere sconfitte al nemico.
Se i nostri soldati devono stare lì a farsi ammazzare non ne vale la pena. Si faccia sentire l’Italia, altro che soldati in più da mandare. Occorre la certezza di poter agire come deve fare un esercito impegnato in questo tipo di missioni, con la consapevolezza che ormai di conflitto si tratta.