mercoledì 17 dicembre 2008

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Forza così.

Eluana non è un cadavere è una donna- bene il Governo


La decisione in un atto di indirizzo del ministero del lavoro e della salute
Eluana, Sacconi: niente stop all'alimentazione in ospedale
Adesso qualsiasi struttura pubblica e privata sul territorio nazionale non potrà staccare il sondino
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ROMA - Proprio nel giorno in cui un'indiscrezione rivelava il nome di una clinica, «La città di Udine», dove Eluana Englaro, in stato vegetativo da quasi 17 anni, potrebbe terminare la sua esistenza, arriva una decisione del ministro Sacconi che cerca di bloccarne la procedura.

LA DECISIONE - Infatti, interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale. È quanto stabilisce un atto di indirizzo che il ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha inviato alle regioni sulla base di alcune indicazioni precedenti, tra cui quella del comitato nazionale per la bioetica e l'articolo 25 della convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell'Onu.

ILLEGALE STACCARE IL SONDINO - L'atto, firmato dal ministro Sacconi, di fatto renderà illegale per qualsiasi struttura pubblica e privata sul territorio nazionale l'adempimento della volontà della famiglia Englaro, e cioè il distacco del sondino che alimenta e idrata Eluana.

LA REAZIONE DEL LEGALE DELLA FAMIGLIA - L'atto di indirizzo del Ministero della Salute «non vale niente, perché la legge non la fa Sacconi». È deluso e irritato il legale della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini, nell'apprendere l'ultimo atto di una querelle che pare infinita, e che riapre la questione della morte di Eluana dopo che la sentenza della Cassazione, autorizzando il distacco del sondino, sembrava aver posto fine alla drammatica vicenda. «Un atto di indirizzo interrogativo - attacca Angiolini parlando con l'Agi - ma così non ha senso, o Sacconi ordina ai medici, come fanno i generali, di curare o non curare le persone o stia zitto. Mi sembra una cosa abnorme, i due precedenti citati (il parere del Comitato nazionale di bioetica e la convenzione dell'Onu sui diritti dei disabili, ndr) non c'entrano assolutamente niente con la nostra normativa. È un'uscita fuori dal seminato - conclude il legale - e mi stupisco di Sacconi che è una persona seria».

«DISUMANO E AUTORITARIO» - Barbara Pollastrini ha commentato in un comunicato la notizia dell'atto firmato dal titolare del Welfare: «È arrivato il diktat del ministro Sacconi per rendere inapplicabile la sentenza della Cassazione, è uno stile autoritario, disumano e irrispettoso con cui interpretare la propria funzione e quel «potere» che andrebbe esercitato con spirito illuminato dai principi della Costituzione». «La vera tragedia», ha sottolineato la deputata del Pd, «è quella di Eluana e il vero strazio è quello di un padre che lotta per affermare la volontà di una figlia amatissima. Quella della Cassazione è una sentenza che dovrebbe obbligare ognuno, tanto più chi ha responsabilità di governo, al rispetto, alla meditazione, al dialogo». Piena approvazione, invece, da parte di Isabella Bertolini, componente del direttivo del Pdl alla Camera, per il principio ribadito dal ministro Sacconi «secondo cui negare alimentazione e idratazione è contro la legge», un principio che l’esponente della maggioranza definisce «giusto e sacrosanto». Per l'associazione Scienza e vita si è trattato di «un atto di coraggio in favore di tutti i pazienti in stato vegetativo che apprezziamo e speriamo possa trovare ampio consenso nell'opinione pubblica italiana più sensibile nei confronti della vita, dal concepimento alla morte naturale».