lunedì 17 maggio 2010

SILENZIO


Il silenzio.
Il silenzio che accompagna gli eroi.
Il silenzio che si deve a famiglie distrutte dal dolore.Il silenzio che accompagna le lacrime degli italiani dopo le chiacchiere di certa politica.
Il silenzio che fa riflettere sugli orrori di una missione nata per portare pace.
Oggi l’Italia intera piange due suoi figli.
Tranne qualche sconsiderato, tutti siamo stati scossi dalla strage, che ha colpito figli nostri. Servendo la Patria, hanno trovato la morte.
Noi siamo orgogliosi di loro, di gente che non aveva paura. E ci chiediamo se quel sacrificio sarà vano e se ce ne saranno ancora.Sappiamo qual è il pensiero comune, quanti sono i perché e ce li domandiamo anche noi.
Non si può disertare rispetto a obblighi internazionali. Ma si deve pretendere che da domani in poi i nostri militari non debbano più subire, se proprio devono restare in Afghanistan. Ammettere che è una guerra per la pace e in guerra si combatte per salvare la pelle e infliggere sconfitte al nemico.
Se i nostri soldati devono stare lì a farsi ammazzare non ne vale la pena. Si faccia sentire l’Italia, altro che soldati in più da mandare. Occorre la certezza di poter agire come deve fare un esercito impegnato in questo tipo di missioni, con la consapevolezza che ormai di conflitto si tratta.